Pubblicato il 05/11/09 - aggiornato il  | Nessun commento :

Quale sarà il futuro della pubblicità su Internet? La crescita è consistente anche se c'è la crisi economica ma solo la banda larga per tutti farà esplodere il mercato.

Due rapporti e una decisione governativa hanno acceso il dibattito sugli scenari futuri del mercato pubblicitario,  specie per la quota che si ritaglierà quella su internet e che andrà a beneficio dei publisher grandi e piccoli (i piccoli siamo ovviamente noi blogger).

Cominciamo con il consueto rapporto semestrale della Nielsen di cui avevo commentato le risultanze di quello precedente uscito intorno a Febbraio. Il rapporto può essere letto in PDF o scaricato da questo link e evidenzia alcuni dati interessanti

  1. Si è avuto un aumento degli internauti nella fascia di età che va dai dai 35 ai 54 anni che è il target maggiormente corteggiato dai pubblicitari perché quello con la più alta capacità di spesa
  2. Le consuete forme di intrattenimento stanno perdendo posizioni rispetto a nuove tendenze quali quella di utilizzare il web come fonte di informazione, come socializzazione (vedi il boom di Facebook), e come nuovo metodo per cercare e acquistare prodotti
  3. E' aumentato il tempo medio che gli italiani trascorrono in internet raggiungendo le 50 ore mensili
  4. I navigatori italiani attivi sono 23 milioni con una percentuale del 43% della popolazione, oltre agli utenti di mezza età sono aumentate in percentuale anche le donne (sono loro che spesso hanno i cordoni della borsa…)
  5. In Italia il mercato della pubblicità online è cresciuto del 10,5% in un contesto che vede tutti gli altri media in grande difficoltà

La EIAA (European Interactive Advertising Association) è specializzata nel prevedere gli scenari futuri attraverso dei sondaggi che vengono effettuati tra i responsabili dei budget pubblicitari aziendali (per partecipare alla rilevazione puoi andare qui). Il campione consultato si è così espresso

  1. Il 94% prevede un aumento della spesa per inserzioni online che viene stimata in un 7,6% a cavallo tra il 2009 e il 2010
  2. Il 59% degli inserzionisti ha ammesso di aver ridotto di più del 20% il budget per i media tradizionali preferendo investirlo nell'online
  3. La fetta maggiore sarà sottratta alla TV (36%), ma anche ai quotidiani (27%) e periodici (30%)
  4. Per il futuro tutti prevedono una crescita rapida del mobile advertising (pubblicità sui dispositivi mobili)

Dall'Inghilterra intanto arriva la notizia che gli investimenti pubblicitari online sono cresciuti nel primo semestre di quest'anno del 4,6% raggiungendo il 23,5% del totale mentre quelli televisivi hanno perso il 16,1% collocandosi al 21,9% del totale.

In buona sostanza il budget aziendale per internet ha superato quello per la TV. In Italia si è avuto un comportamento simile per quanto riguarda l'aumento percentuale di internet e la speculare diminuzione della TV però la distanza tra i due media è ancora abissale.

Il problema del nostro Paese è noto ed è la scarsità del numero di connessioni ADSL rispetto alla media europea; questo handicap si chiama digital divide ed è una palla al piede per tutto il sistema produttivo.

Qualche settimana fa il ministro Brunetta aveva lanciato l'idea della banda larga per tutti nel 2010, fibra ottica a 20MB/s. Dire che non ami questo governo è un eufemismo come che abbia scarso rispetto di chi lo guida, ma riconosco che quel Brunetta ogni tanto ha delle idee che potrebbero veramente servire per la modernizzazione e l'efficienza del Paese.

Nel Nord Europa la banda larga per chiunque è una cosa ormai acquisita: la Finlandia lo ha addirittura messo come diritto imprescindibile dell'individuo. A partire dal luglio 2010 tutti i cittadini di quel Paese avranno a disposizione almeno 1MB/s di connessione che diventeranno 100MB/s nel 2015.

Mi son detto che forse, per una volta, invece di fare leggi per sanare situazioni processuali, si erano messi in testa di fare una cosa veramente utile per il Paese. Finalmente una iniziativa che mi faceva rimanere soddisfatto dell'operato dell'esecutivo.

L'illusione è durata lo spazio di pochi giorni visto che gli 800 milioni di euro (neppure tanti se ci si pensa bene) sono stati congelati ed è stato tutto rimandato perché siamo in una situazione di crisi economica, questa almeno la spiegazione data da Gianni Letta Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

E' interessante notare come pochi giorni fa sia stata creata Mediamond, nuova concessionaria pubblicitaria per l'Online Advertising, da parte della Mondadori e Publitalia. Questa nuova società partirà dal prossimo Gennaio e avrà il compito di gestire gli spazi internet dei gruppi collegati.

L'aumento della percentuale di investimenti in internet con la corrispettiva diminuzione negli altri media ha bisogno di un ovvio riposizionamento di tutti gli attori ma questa decisione presa in contemporanea con quella di congelare gli investimenti per la banda larga lascia qualche sospetto.

Per avere gli investimenti promessi per la connessione a banda larga dobbiamo aspettare che sia passata la crisi economica o che siano pronte certe aziende per coglierne l'opportunità?



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